Il paese più felice? La Danimarca. Scopriamo perché
Il paese più felice? La Danimarca. Scopriamo perché
La Danimarca è tra i paesi più felici e mantiene il suo primato da ben 7 anni. Il report del World Happiness delle Nazioni Unite indica chiaramente che non si tratta certo di un caso!
La felicità dei danesi dipende dal modo in cui viene educata la popolazione infantile. Fin dalla scuola dell’infanzia, infatti, i bambini imparano a condividere e risolvere i loro problemi con i compagni. La capacità di aiutarsi a vicenda dipende dall’obbligo, in vigore dal 1993, di frequentare corsi di empatia come parte integrante del proprio curriculum scolastico.
Avere empatia è un’abilità che deriva dall’ascolto e dalla comprensione degli altri e viene insegnata dedicando un’ora al “ Klassens tid ”, una lezione di empatia per studenti dai 6 ai 16 anni. Non si tratta di una materia secondaria: l’ora dell’empatia è importante quanto quella di inglese o di matematica.
Durante il Klassens tid gli studenti espongono i loro problemi, non necessariamente legati alla scuola, e tutta la classe cerca di trovare una soluzione basata sull’ascolto e sulla comprensione reale. Può capitare che non ci siano problemi e allora i bambini trascorrono semplicemente il tempo insieme godendosi l’hygge, una parola tutta danese che significa “intimità creata intenzionalmente”. In un Paese dove fa buio molto presto all’anno, portare hygge significa portare luce, calore e amicizia, creando un’atmosfera accogliente e intima. Questo è un concetto fondamentale per il senso di benessere danese, ma sta diventando un fenomeno globale: Amazon vende più di 900 libri sull’ hygge e Instagram sta contando più di 3 milioni di post con l’hashtag #hygge.
Uno dei modi attraverso cui si insegna l’empatia è il lavoro di squadra: in questo modo viene svolto il 60% dei compiti a scuola. L’obiettivo, quindi, non è eccellere sugli altri, ma sentire la responsabilità di aiutare i compagni meno dotati. C’è poi l’apprendimento collaborativo che si ottiene mettendo insieme bambini con diversi punti di forza e di debolezza in materie diverse per stimolare la condivisione. Quest’ultimo metodo insegna ai bambini fin da piccoli che non c’è successo da soli. Un bambino bravissimo in matematica che non collabora con i suoi coetanei, non andrà molto oltre. È una grande lezione da insegnare ai bambini fin dalla tenera età. Per questo motivo la Danimarca è considerata anche uno dei migliori posti in cui lavorare in Europa.
A me piacerebbe se fosse naturale anche qui in Italia lo stesso approccio danese. Potremmo capire che la competizione non è con gli altri, ma solo con se stessi. In questo modo saremmo indotti a dare il nostro massimo, a concentrarci sulle nostre capacità per finalizzare il risultato personale e di squadra. Del resto, non solo il battitore libero quasi mai serve, ma soprattutto è incompatibile con lo svolgimento di qualunque lavoro. Attenzione: vale anche per i consulenti o liberi professionisti. In ogni caso è sempre necessario sviluppare capacità relazionali basate sul rispetto, sulla comprensione, sull’ascolto dal quale parte ogni logica di condivisione e collaborazione.
Questo blog, al quale tengo tanto, arriva in un momento propizio: di apertura dell’anno scolastico, ma anche del restart delle attività lavorative. Condividete l’esperienza danese agli istituti scolastici frequentati dai vostri figli, ma soprattutto applicate il modello collaborativo durante lo svolgimento delle vostre attività lavorative e se temete che il gioco non valga la candela perché rischiereste di offrire aiuto senza ricevere nulla in cambio, allora vi aspetto in formazione perché con il #MetodoFormicola scoprirete come migliorare le vostre performance ottenendo reciproca collaborazione e reciproco vantaggio da quanti ruotano intorno alle vostre vite.
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