La grande svolta di Mark Zuckerberg: il gruppo Meta
Vivremo nel metaverso, parola di Zuckerberg. Sai di cosa si tratta?
Dopo Internet, il metaverso. Questa è la profezia di Zuckerberg che anticipa una nuova grande svolta.
Il gruppo Facebook cambierà nome e si chiamerà Meta, che in greco significa ‘oltre’, e Mark Zuckerberg vuole andare oltre il business model fin qui seguito, cioè fare soldi controllando una serie di app tra loro interconnesse come Facebook, Instagram, Messenger, Whatsapp e compagnia. Dietro il cambio di nome, ci sono altre ragioni contingenti: risollevare il brand, uscito malridotto dalle inchieste culminate in questi giorni con la pubblicazione a puntate dei Facebook Papers, la maxi inchiesta di 17 testate americane – Wall Street Journal in prima fila – che da mesi pubblicano sulle prime pagine d’oltreoceano report e dichiarazioni della gola profonda Frances Haugen, l’ex ingegnere informatico di Menlo Park che ha deciso di rivelare al mondo tutto ciò che non va dentro il colosso: dai danni di Instagram sugli adolescenti, a una gestione per nulla trasparente dei dati degli utenti.
Cambierà nome il gruppo, ma il social continuerà a chiamarsi Facebook. L’iconico like sarà sostituito con il nuovo logo: la parola Meta e l’otto rovesciato. Il simbolo dell’infinito. Perché l’obiettivo di Zuckerberg è andare oltre l’infinito. E non è retorica da marketing aziendale. No, stiamo veramente parlando di una nuova dimensione. Stiamo parlando del Metaverso.
Il Metaverso è proprio questo: l’evoluzione naturale della rete.
La rete che andrà oltre l’online e si trasforma in una realtà a sé.
Un meta-luogo online dove sarà riprodotto un mondo simile al nostro, qualcosa di simile all’universo di Matrix. Nel Metaverso ci saranno città, strade, negozi, case. Tutto virtualmente, ma al tempo stesso molto reale.
Una realtà immersiva, dove potremo andare al cinema, fare shopping, incontrare gli amici, tutto con un nostro avatar. Perché noi – o meglio, il nostro corpo – saremo tranquillamente a casa nostra. Senza muoverci. E vivremo una nostra seconda vita nel Metaverso. “Mentre indossiamo i pantaloni della tuta” aggiunge un Zuckerberg, raggiante durante la sua diretta.
L’esempio di proto-metaverso esistente più simile al futuro Meta è quello dei MMORPG, acronimo con cui ci si riferisce, su Internet, ai giochi di ruolo in rete con milioni di partecipanti in tempo reale.
I più popolari sono gli ‘sparatutto’ di guerra, dove ogni giocatore controlla un avatar e si combatte in scenari bellici comuni a tutti gli altri partecipanti.
Tra questi c’è Fortnite, di Epic Games (2017). Oltre ad essere un videogioco di enorme successo, Fortnite sta moltiplicando i suoi introiti anche grazie agli eventi, ospitati in piattaforma.
Nel 2020, complice la pandemia, al concerto su Fortnite del rapper americano Travis Scott erano connessi virtualmente 12 milioni di utenti, ognuno con il proprio avatar, solitamente utilizzato per giocare. Numeri impensabili per un evento fisico. Quello di Fortnite è solo un primo assaggio di ciò che sarà Meta. Sul cui funzionamento, tra l’altro, i dettagli ancora scarseggiano.
Per entrare nel nuovo mondo di Zuckerberg basteranno un paio di occhiali speciali per la realtà aumentata. Una sorta di evoluzione ancora più hi-tech dei Ray-ban Stories lanciati sul mercato, insieme all’italiana Essilor-Luxottica, qualche settimana fa. Smart glasses. I cosiddetti occhiali ‘intelligenti’. Quelli per il Metaverso lo saranno ancora di più, perché saranno equipaggiati anche con sensori capaci di cogliere le espressioni del volto. Sorrisi, smorfie, occhiolini. Persino le lacrime. Tutto trasferito sui volti virtuali dei nostri avatar. D’altronde la pandemia è stata una manna per Big Tech.
Una rivoluzione, quella del Metaverso. Che cambierà radicalmente Facebook, ma anche l’economia. Anzi, ne creerà una nuova. Proprio come esiste un’economia reale, fatta di Pil, tasse e diritti di proprietà, ce ne sarà una alternativa nel Metaverso. Un’economia ‘digitale’? Non proprio. Perché quella esiste già, ed è quella connessa con tutto il giro d’affari di Internet e Big Tech.
Quella del Metaverso sarà invece un’economia nativamente digitale. Esisterà, funzionerà, avrà momenti di crescita e di crisi, solo ed esclusivamente sul Metaverso. Dove ci sono degli scambi economici, però, c’è sempre una moneta a garantirli.
Ecco, la meta-economia si baserà sulle criptovalute. Queste ultime, come noto, sono già valute al cento per cento digitali. Ad oggi, non possiamo né vedere né toccare un Bitcoin sotto forma di monetina. Ma lo potremo fare ‘di là’. Nel Metaverso. Dove, in tasca, il nostro avatar porterà anche un wallet, un secondo portafoglio, dove conserveremo le nostre criptovalute, che proprio come nel mondo reale sono tante e variegate. Non a caso, e questa non è una novità, Facebook è al lavoro da alcuni anni sulla propria crypto, Diem, un tempo si chiamava Libra, che dovrebbe essere lanciata entro il 2022. Dall’anno prossimo sarà possibile cambiare i nostri euro, dollari, sterline, yuan, in Diem. Con le monete virtuali potremo comprare merci e servizi. Ma non preoccupatevi, anche sul Metaverso ci sarà la proprietà. Non sarà possibile essere derubati. Il che sul Metaverso significa pressappoco fare un copia/incolla, proprio come lo facciamo sulla tastiera del Pc. Il diritto di proprietà sarà protetto dalla tecnologia NFT. I non fungible tokens. I contratti digitali. Codici identificativi di una transazione digitale che certificano che un oggetto digitale è il tuo. Può essere una foto in formato .jpeg, una canzone in .mp3, e qualsiasi altra cosa possa esistere online.
Il lettore meno amante delle novità futuristiche si stara già chiedendo: ma perché mai dovrei spendere soldi per un oggetto che non possiedo nella realtà? Ecco, c’è chi non la pensa allo stesso modo. Il Metaverso non è ancora realtà, ma c’è già un grande movimento intorno agli NFT. Per la precisione, un giro d’affari da 2,5 miliardi solo nei primi mesi del 2021. L’acquisto di NFT più costoso? L’opera d’arte digitale The Last 5000 Days, opera dell’artista Beeple. Battuta all’asta da Christie’s per 70 milioni di dollari. Che ci fai con un jpeg – anche se certificato come opera originale di un’artista – nella nostra realtà? Sostanzialmente nulla.
Ma quando arriverà il Metaverso, sarà possibile metterla in mostra nel proprio spazio virtuale. La meta-casa dove vivrà il nostro avatar. E dove verranno a trovarci i nostri amici-avatar per passare una bella serata insieme. Mentre noi ce ne staremo, nella ‘realtà reale’, comodamente seduti sul divano, in pantofole, pigiama e occhiali hi-tech per restare collegati.
E tu cosa ne pensi ?
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