Generazione Z sempre più incuriosita: com’era il mondo prima di internet
I cosiddetti Boomers, noi della Generazione X e parte dei millennials, nati a cavallo del grande cambiamento epocale, ricordiamo ogni cosa: dalle interminabili file al telefono a gettoni, alla difficoltà di leggere il Tuttocittà per andare a trovare un amico e partire un’ora prima per fare due chilometri. Ricordiamo anche l’era analogica, quella dello squillo alla fidanzata che così sapeva che la stavi pensando, alla pazienza davanti al PC che caricava un pixel ogni dieci minuti per vedere un’immagine al monitor!
Certo, se avevamo bisogno di fare una ricerca, dovevamo mettere in conto un budget di tempo considerevole, sicuramente molto più ampio del tempo che serve oggi con un clic per sapere ogni cosa nell’era dei “tuttologi”.
C’è una certa romanticizzazione quando si pensa ai tempi pre-internet, che mette in luce semplicità, meno disordine, più valore attribuito alle relazioni (quelle che oggi chiamiamo “connessioni”) interpersonali, faccia a faccia. Questa nostalgia si estende e ricorre a vecchi ricordi, con i famosi “noi che…” per dire il luogo dell’appuntamento lasciavamo la nota con la data sul muretto in piazza, “noi che…” per comprare, le mamme aspettavano il postalmarket, o “noi che…” per andare in viaggio, ci si rivolgeva in Agenzia di viaggi, unico luogo detentore di informazioni e numeri di telefono per cercare il luogo più bello e adatto alle vacanze.
E per scrivere una tesi? Giornate in biblioteca, giornate! Per incrociare i dati, aspettare il turno alla fotocopiatrice e magari lì, scambiare quattro chiacchiere! Siamo noi, gli Immigrati digitali che hanno fatto un salto incredibile… direi di qualità!
Magari, chi mi sta leggendo adesso penserà che non sia romantico e non ricordi con piacere i momenti belli prima della frenesia, ma non è così! Sicuramente, noi abbiamo dalla nostra l’aver imparato ad avere pazienza. Ecco, questo sì! Ogni momento era assaporato. Anche un programma TV era un appuntamento perché di certo non c’era il concetto del film on demand, né YouTube per recuperare il frangente in cui Vasco si è portato appresso il microfono al suo secondo Sanremo! Anche io amo i ricordi, ma amo di più la vita e le nuove sfide, e soprattutto non mi faccio usare dalla tecnologia…, piuttosto la uso per vivere appieno l’amore per il mio lavoro, per la mia famiglia, per i miei amici e per i miei interessi personali.
Del resto, se ho voglia di rallentare, posso farlo e non solo il fatto che gli altri bombardino il mio telefono, non significa che io debba dare una risposta immediata. Se ho voglia di stare con la mia famiglia, posso pianificare un viaggio in cinque minuti, senza file e senza ore di centralini. Amici, è una grande scusa! Chi ha voglia di vivere, vive e utilizza con sagacia e saggezza ogni strumento a disposizione!
Ecco, il blog di oggi legge la grande rivoluzione dal lato positivo, senza restare impigliato nelle maglie della nostalgia… Intanto, il termine per individuare noi che abbiamo vissuto il “prima” e il “dopo” è “immigrati digitali”, termine coniato da Marc Prensky nel 2001, per descrivere le sfide, specialmente nel campo dell’apprendimento, e il divario tra questi e i ragazzi che hanno parlato da sempre e senza sforzo il linguaggio della tecnologia.
Mah! Voi vi sentite “immigrati”, poveri cristi con la valigia di cartone? Io no… intanto, la nostra generazione ha creato il bisogno e dunque il cambiamento e poi, visto che è stata da noi richiesta la maggiore comodità, abbiamo accettato e utilizzato senza enormi problemi il grande cambiamento. Non mancano i film che spiegano ai giovanissimi com’era prima. Ad esempio “Il migliore dei mondi”, dove il protagonista cinquantenne si trova in un universo parallelo bloccato agli anni Novanta e sbatte i piedi a terra come un bambino capriccioso, per sperimentare, una volta tornato nel suo mondo come utilizzare “bene” la tecnologia!
La domanda è: meglio prima? Per me no! Nel senso: è come avere una lama affilata, se la usi in cucina è ottima, ma se la usi per ledere, ovviamente non lo è!
Per abbandonarsi alla dolcezza della nostalgia e dei ricordi, si demonizza la tecnologia, ma al netto delle considerazioni che mi farebbero pensare che se non riesci a tenere la tua famiglia insieme sul divano, non dipende dal fatto che non c’è più l’appuntamento ad orario fisso del programma TV, ma dipende da altro. E soprattutto se ti abbandoni al ricordo di quando eri in fila alla fotocopiatrice della biblioteca, forse non stai rimpiangendo di avere oggi la tecnologia, anche perché in quel momento avresti fatto carte false per avere quei contenuti pronti da lavorare, ma stai forse rimpiangendo i capelli in testa, la pancia piatta la gioventù o chissà cos’altro!
Io, personalmente, benedico tutto: la tecnologia che mi ha permesso di estendere la mia personalità e crearmi la vita che volevo, di accettare il cambiamento ma anche la mia maturità fisica, capelli compresi, e spirituale e ben venga avere un filo di pancetta per avere tutta l’esperienza di oggi, tutto un vissuto fatto di sfide di entusiasmo verso le cose nuove che rinnovano mente e cuore che poi tanto, se mi dà fastidio la pancetta, posso intensificare l’attività fisica perché da quando c’è internet ho molto più tempo! Non rimpiangere il vecchio, ma cavalca il cambiamento perché oggi, ancor più di ieri è possibile cambiare la tua vita! Basta una connessione per lavorare e vivere ovunque tu voglia! Non rimpiangete il vecchio, soprattutto se sei quello che mette il GPS alle scarpe dei tuoi figli, o verifichi via WhatsApp se sono online, mentre ti rifugi nel “noi che…”
Così non va! Diciamoci la verità. Neanche noi vecchie generazioni rinunceremmo più alla tecnologia. Dovremmo sentirci privilegiati di aver assaporato il famoso “prima e dopo” e quindi dovremmo avere la ricetta pronta all’uso per vivere il nostro “migliore dei mondi” senza mettere il cervello a riposo per farci guidare dal navigatore come nel film appena citato per fare 150 metri. Teniamo la testa sulle spalle e soprattutto usiamo la tecnologia a nostro vantaggio, senza farci svuotare la mente!
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